Esattamente 23 anni dopo quel 29 maggio 1993, il giorno in cui Fabio Moreni, Sergio Lana e Guido Puletti vennero uccisi nell’ex-Jugoslavia dilaniata dalla guerra civile, proprio nell’anniversario ed alla medesima ora dell’eccidio, circa 200 tra studenti, genitori, docenti e presidi, si sono ritrovati in cascina Moreni, a Cremona, per dare al dolore ed al lutto di quel sacrificio estremo il sapore del domani ed il senso della speranza, rappresentati domenica scorsa dai tanti giovani partecipanti al primo premio letterario intitolato a Fabio Moreni. Un modo per ricordarlo, per farlo conoscere alle giovani generazioni, per interpellarli sul significato di una testimonianza importante e forte quale quella da lui lasciataci, come volontario pronto a sacrificare la propria vita pregando, pur di portare aiuti umanitari alle popolazioni piegate dal conflitto.
Presenti all’evento erano il consigliere comunale Enrico Manfredini in rappresentanza del Sindaco, Gianluca Galimberti, i professori Gianpaolo Pedrini ed Elena Bugini, in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Provinciale. La serata è stata condotta dal vicepresidente di Fondazione Moreni, Gianluca Arata, che ha sottolineatocome «i giovani abbiano rappresentato la nostra ricchezza» con la loro capacità di far riflettere e di coinvolgere anche gli adulti. E se in alcuni loro elaborati si son colte anche «sfumature di rassegnazione, che non rappresentano un buon segnale», l’auspicio è che iniziative come il premio Moreni possano servire anche per «far incontrare» tra loro i ragazzi e metterli nelle condizioni di «capire il disagio», laddove presente, magari trasformandolo in un impegno diretto nel «volontariato», risorsa importante specie per un territorio come il nostro. Il fatto che, grazie al Provveditorato, siano stati coinvolti gli studenti di terza, quarta e quinta superiore di tutta la provincia, consente di ricordare non solo l’impegno profuso da Fabio Moreni nello studio, ma anche quanto lui «dalla scuola avesse ricevuto», come ha evidenziato ancora Arata. Son stati infine consegnati dieci diplomi di merito agli autori di altrettanti temi ritenuti dalla giuria particolarmente meritevoli, ai primi tre dei quali sono stati anche assegnati dei premi in denaro (rispettivamente 300, 200 e 100 euro, più altri 100 per ciascuna delle rispettive scuole), dando lettura dei brani più significativi di tali scritti, proposti dalle professoresse Elena Bugini e Simona Modesti. In particolare, sul “podio” si sono qualificati: al terzo posto Greta Sofia Gazzaniga del liceo Manin di Cremona, al secondo posto Elisabetta Pagliarini del liceo Racchetti-Da Vinci di Crema, al primo posto Francesca Balestreri del liceo Vida di Cremona.
Al termine, è stata celebrata la S. Messa nella stessa cappella della cascina, ove è sepolto Fabio Moreni. A tenere l’omelia, è stato don Gianfranco Innocenti, trentino: conobbe Fabio, poiché lo incontrò assieme ad un suo gruppo il primo maggio 1993, 28 giorni prima del massacro. Ne rimase colpito. All’epoca non era ancora sacerdote. Lo impressionò la sua offerta della propria vita, la sua capacità di «dare sé stesso», anche andando «fuori dagli schemi»: «qui siamo in tanti», ha osservato, guardando la cappella gremita. Ed ha invitato tutti e ciascuno a fare d’ora in poi altrettanto, a non arrendersi mai. In una parola, a seguire l’esempio di Fabio.