Lo scorso 24 marzo alle ore 10.30 a Calvisano, in provincia di Brescia, importante riconoscimento per Fabio Moreni, Sergio Lana e Guido Puletti, proclamati «Giusti della Solidarietà», in memoria della loro esemplare testimonianza di amore al prossimo, che li spinse a portare aiuti umanitari nell’ex-Jugoslavia dilaniata dalla guerra. Proprio qui, in Bosnia, durante uno dei loro viaggi, i tre volontari vennero trucidati: era il 29 maggio 1993.
Dopo un’analoga iniziativa svoltasi a Padova nel 2012, quest’anno la «Giornata dei Giusti-La memoria del bene» di Calvisano è stata aperta dal locale Comitato per il Giardino dei Giusti, presieduto da Ruggero Bresciani, e dal sindaco, Giampaolo Turini, che han portato il proprio saluto, alla presenza di una delegazione di Fondazione Moreni col presidente, Giancarlo Rovati, il vicepresidente, Gianluca Arata, ed i consiglieri don Alberto Mangili, Roberto Guereschi e Giovanni Ripa.
È stato poi dedicato un albero a Fabio, Sergio e Guido, evidenziando lo spirito di solidarietà che li mosse. Si è trattato di un messaggio lanciato certamente a tutti, ma in particolare ai giovani: erano presenti, infatti, per l’occasione gli alunni della scuola secondaria ed alcuni ragazzi del laboratorio «Mosaico di pace», che hanno offerto le loro riflessioni e dedicato i propri canti in occasione del significativo evento.
Il vicepresidente di Fondazione Moreni, Gianluca Arata, nel corso di un proprio intervento, ha evidenziato come Fabio, Sergio e Guido oggi siano «vivi nella trama di opere» e di progetti a loro ispirata, come la stessa Fondazione ed il «Gruppo 29 Maggio 1993» di Ghedi attestano, realtà che in questi 25 anni hanno portato aiuti in quasi 40 Paesi nel mondo. Ma essi sono vivi anche «nella concreta testimonianza di pace e fraternità dei volontari», nelle parole di perdono che genitori e amici hanno subito rivolto agli assassini, certi che la morte non abbia «l’ultima parola». Il sacrificio di Fabio, Sergio e Guido «ci ha dato la spinta per non fermarci mai – ha proseguito Arata – Loro hanno dato la vita: noi diamo noi stessi col nostro impegno. Con le opere portiamo avanti la loro memoria, nel segno della gratuità». Il presidente di Fondazione Moreni, Giancarlo Rovati, ha quindi letto la toccante testimonianza di Franca Lana, la mamma di Sergio.
Questo riconoscimento di Calvisano rappresenta l’ennesima riprova di quanto l’esempio di Fabio, Sergio e Guido non sia stato dimenticato, anzi sia ancora vivo e presente anche oltre i confini cremonesi. Oltre a destare commozione, ha generato nella Fondazione, intitolata a Fabio Moreni, ed in chi ne fa parte un rinnovato senso di responsabilità ed un rinnovato entusiasmo a mantenerne viva la memoria e vivo il messaggio, trasmettendoli soprattutto ai giovani.